Settle down, it'll all be clear.

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asphyxiated;
view post Posted on 6/1/2013, 20:24




Continua da qui.

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Duncan.
Era passata solo una giornata dalla prima e ultima volta che aveva visto Viktor, ed aveva passato la maggior parte del tempo a dormire, più che altro per cercare di non pensarci. Non aveva intenzione di legarsi a lui così come a nessun altro, ed il fatto che probabilmente ciò stava accandendo lo spaventava indicibilmente. Per questo averva preferito dormire e, in generale, tenersi occupato. Aveva messo a posto tutto il loft, aveva passato la sera a parlare con Nana solo ed esclusivamente del suo viaggio fuori continente, si era persino occupato delle bollette e delle tasse da pagare. Tutto, pur di tenere la mente lontana da ciò che era accaduto poche ore prima.
Ma la mezzanotte era giunta, e a lui stava venendo fame. Non poteva permettersi molto, anche perché, come aveva già appurato, i giapponesi non rientravano per niente nei suoi gusti, quindi si stava incamminando per le strade della periferia, con la speranza di trovare un altro barbone, o una prostituta, o qualsiasi cosa del genere. Indossava una lunga giacca nera, semplicemente per aiutarsi a confondersi con il buio, ma che non lo intralciava per niente, sopra una camicia bianca ed un pantalone nero. Amava tenersi semplice ma allo stesso tempo elegante. Non ci avrebbe rinunciato mai.
Camminava silenzioso e leggero, sembrava quasi non mettesse i piedi a terra, e si guardava intorno, con tutti i sensi all'erta per cercare una preda possibile.
Ne trovò una dopo circa una mezzoretta, ed istintivamente roteò gli occhi quando si accorse che era una prostituta. Ma cosa poteva farci? La sua gola gli stava chiedendo sangue, e quella donna era di certo il meglio che potesse aspettarsi lì, per questo si appostò dietro l'angolo alle spalle della ragazza. Non si preoccupava, in quel momento, di uccidere con arte o con eleganza, aveva fame, ed era la sua parte istintiva che parlava. Per questo, non appena decise che il momento era opportuno, si lanciò su di lei, atterrandola e spezzandole il collo senza neanche pensarci due volte. Ma non ebbe tempo di avvicinare i denti al suo collo che si sentì spingere via da qualcosa che proveniva, gli sembrava, dalla stessa strada in cui si era nascosto lui. Non appena riuscì a guardare verso il cadavere, vide chiaramente una figura dall'aspetto umano, ma che di umano non aveva nulla, nell'aspetto nè nell'atteggiamento: lunghi canini bianchi scintillavano alla luce dei lampioni, ed era chino sul cadavere della donna, pronto a morderle il collo.
Oh no, non poteva farselo scappare. Per questo si lanciò contro lo sconosciuto e lo spinse lontano, finendo a cavalcioni sul suo corpo. Scoprì i canini, prendendogli i polsi per evitare che potesse tenergli fermo il collo, ma presto gli fu chiaro che quel vampiro era molto più grosso e forte di lui, e stavolta Duncan non aveva il proprio esercito a dargli una mano, perciò si trovò presto con la schiena per terra, sovrastato dallo sconosciuto. C'era poca razionalità in quel momento... tutto ciò che c'era era la fame.
Per questo quando il vampiro si abbassò, puntando alla sua gola, gli poggiò una mano sul collo per tentare di spingerlo via, certo con poco successo, perché il vampiro si avvicinava sempre di qualche millimetro in più, tanto da portare Duncan a lanciare un urlo che si guardò bene dal trattenere, dovuto più allo sforzo ed alla frustrazione che ad un vero dolore.
 
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view post Posted on 6/1/2013, 21:49
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vikkk
Viktor Miroslav
Era rimasto in accademia per tutta la giornata: era stanco, ma non era stanco per l'orario, o cose del genere. Era stanco perché non aveva idea di cosa fare: si era concentrato sulle lezioni, ma finite quelle, il suo pensiero era andato immediatamente a Duncan.
Gli era dispiaciuto, andarsene così. Ma in quel momento gli era sembrata la cosa più giusta e... ora avrebbe voluto rimanere lì, ma... dannazione, era un uomo adulto, fin troppo adulto, e si stava comportando come un ragazzino alle prese con la sua prima cotta.
Ma era comunque stato in accademia, cercando qualcosa da correggere, qualcosa da fare... ed era tornato a casa verso le undici e mezzo della sera. Non che avesse qualcosa da fare, a casa, ma non poteva rimanere in accademia tutta la notte: era uno dei pochi professori che non vi abitavano, in accademia.
Si era acceso una sigaretta, mentre camminava verso casa, dall'altro lato della città: non fumava molto, lo faceva solo quando era veramente stressato. E in quel momento lo era eccome.
Le strade di Tokyo alla notte erano illuminatissime, incredibilmente rumorose, e lo sarebbero state fino alle cinque del mattino: le macchine sfrecciavano veloci, perdendosi nel centro, e nonostante il caos assurdo, Viktor cercava disperatamente un po' di ordine, senza trovarlo.
Era a metà strada quando sentì una fitta allo stomaco, una fitta strana. Non era troppo dolorosa, ma sapeva che c'era qualcosa che non andava. La fitta, e il conseguente calore si spostò sul collo, proprio nel punto in cui Duncan lo aveva morso, e sentì come il sapore del suo sangue espandersi ancora una volta nella sua gola.
Ma Duncan non era lì.
Riusciva a percepirlo, riusciva a percepire la sua presenza, e si voltò in continuazione, come per trovarlo, ma non riuscì a trovarlo. Forse... forse questa cosa lo stava guidando.
Iniziò a camminare veloce verso la sorgente di quella sensazione, prima di iniziare a correre a perdifiato, sotto gli occhi straniti di molte persone.
Non seppe per quanto esattamente corse, ma si ritrovò in periferia. Le persone non c'erano più giusto qualche prostituta che fumava, appiccicata a qualche uomo ubriaco.
Ma Duncan non c'era.
Continuò a correre, lo sguardo attento, cercando di cogliere qualsiasi cosa nell'ombra, e si infilò in un vicolo quando lo vide.
Il giovane Duncan, sembrava ancora più piccolo, sovrastato da un altro vampiro che stava per mordergli il collo. Era grande, non aveva un bell'aspetto... probabilmente non mangiava da un po' di giorni per essere così disperato.
Era furente, e non sapeva neanche perché. Si avvicinò veloce, e sferrò un calcio molto forte al fianco del vampiro, che cadde, liberando il ragazzo dalla sua morsa. Il suo collo era salvo.
Prese la mano di Duncan, senza aspettare che gliela offrisse: era in difficoltà, e non voleva sentire lamentele da parte del ragazzo.
Ma mentre cercava di soccorrerlo, l'altro vampiro si aggrappò alle spalle di Viktor, spingendolo e addentando con forza il collo del russo. Era stato talmente veloce, che aveva solo potuto cercare di evitarlo.
Con i denti, riuscì a strappargli parte di pelle, e Viktor non si risparmiò un urlo agghiacciante: gli ricordava fin troppo quello che era successo la prima volta. Si portò una mano al collo, grondante di sangue scuro.
Era furente di rabbia, e con una velocità e una forza assolutamente inumane, si scagliò sull'altro vampiro, e ignorando i grugniti e i colpi dell'altro, azzannò con forza il suo collo, senza lasciargli più neanche un briciolo di vita.
Si alzò solo dopo un po', lentamente, le labbra, il mento e il collo ricoperti di sangue... suo, e non solo. Si voltò verso Duncan, prendolo dalle spalle, senza badare al suo dolore: era qualcosa che poteva sopportare...
- Stai bene...? - chiese con voce roca, profondissima... molto più di quanto l'avesse mai sentito.

SPOILER (click to view)
Ho fatto tutto in un post... se ti da fastidio o non va bene dimmelo! E scusami, ma ho la testa in pappa dopo l'analisi di 1984 ;_;'
 
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asphyxiated;
view post Posted on 6/1/2013, 22:13




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Duncan.
L'arrivo improvviso di corpi estranei che ne spingevano altri stava proprio cominciando a dargli i nervi, ma fu molto grato del fatto che qualcosa o qualcuno avesse spinto via il vampiro che lo sovrastava. Il sollievo si trasformò in stupore e preoccupazione quando si accorse che quel qualcuno era Viktor, e che era stato aggredito alle spalle proprio quando credeva che fosse riuscito a rallentarlo.
- Viktor!
Il suo nome gli uscì spontaneamente dalla bocca quando Viktor urlò per la ferita, ed avrebbe tanto voluto fare qualcosa, ma lui aveva già la situazione in mano, e sembrava proprio che fosse riuscito ad ucciderlo. Ma aveva il collo totalmente sporco di sangue ed una ferita non indifferente. Era vero che i vampiri riuscivano a guarirsi da soli, ma una ferita così grande gli avrebbe dato qualche difficoltà.
In ogni caso era contento di vederlo, ed ancora più contento che non si fosse fatto uccidere da quel... quell'animale. Per questo quando gli fece quella domanda gli corse in contro e gli avvolse i fianchi con le braccia, per stringerlo. E tutti i suoi buoni propositi di non affezionarsi a qualcuno andarono a farsi friggere in quell'esatto momento.
- Non avresti dovuto... potevi rimanere ucciso.
Tenendolo sempre per i fianchi lo portò a sedersi su un gradino lì vicino ed estrasse un fazzoletto dalla tasca della propria giaccia, cominciando a pulirgli il sangue dal collo con apprensione e cura massima, stando attento a non toccare la ferita direttamente, inginocchiato davanti a lui.

Stai tranquilla, va benissimo! Tanto ho fatto in modo che non debbano andarsene subito, come vedi. XD
 
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view post Posted on 6/1/2013, 22:36
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Per un attimo, si chiese se fosse stato saggio, avvicinarsi a Duncan conciato in quel modo... ma alla fine, doveva aver visto cose molto peggiori nella sua vita che qualcuno un po' sporco di sangue.
Chiuse gli occhi, lasciandosi abbracciare con un sospiro, evitando di muore il capo per sentire più dolore: aveva sofferto di peggio, ma... doveva ammettere che non era davvero piacevole.
E stava perdendo parecchio sangue.
Ma era felice di sapere che Duncan stava bene. E dire che aveva già iniziato a pensare di poterlo evitare...
- Che vuoi che sia. - disse, ironico, sorridendogli. Anche se in quel momento i suoi sorrisi erano parecchio inquietanti viso che aveva ancora i denti sporchi di sangue...
Si lasciò aiutare, senza dire niente e si sedette sul gradino, poggiandosi stancamente sui gomiti, chiudendo gli occhi. I tocchi di Duncan così delicati erano quasi delle... coccole. Anche se in quel momento gli stava pulendo una ferita praticamente mortale... e, beh, averlo accanto in un momento del genere era meglio che non avere nessuno. E Duncan, era fino a quel momento, tutto ciò che poteva desiderare, in effetti.
- Che orrore... - fece, ridendo appena. Il sapore del sangue del vampiro era molto amaro... quello di qualcuno morto da troppo tempo, senza riuscire a berne dell'altro.
Probabilmente, il sangue di Duncan non sarebbe stato così buono se non fosse riuscito a bere, e neanche quello di Viktor. C'era della genetica, ma il sangue di un morto ... beh, solitamente non era granché. Respirava un po' a fatica, sia per lo sforzo, sia per la ferita, ma... pensava di sentirsi molto peggio. Forse la presenza di Duncan riusciva a rendere tutto un po' più sopportabile.
 
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view post Posted on 6/1/2013, 22:47




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Duncan.
Accennò una risata leggera, ancora pieno di tensione per quello che era successo e per la ferita che vedeva sul suo collo. Non gli piaceva, e si sentiva profondamente in colpa, per questo ora stava tentando almeno di pulirla. Per la rimarginazione, avrebbero dovuto aspettare che avenisse da sola.
Tornò serio, mentre si concentrava a pulire i bordi e ad evitare di toccare la ferita in sé, facendogli allargare di poco le gambe per potersi avvicinare a lui così da avere maggior precisione nei movimenti. Non c'era nulla di malizioso in quel momento, solo tanta preoccupazione ed una buona dose di sensi di colpa.
Si morse il labbro inferiore mentre pensava ad una serie di cose quasi contemporaneamente: a quanto gli fosse mancato Viktor, a quanto si sentisse in colpa per quello che era successo, a quanto era felice di rivederlo, a quanto avesse paura che la ferita potesse essere qualcosa di serio, a quanto temesse di legarsi a lui anche se a quanto pare gli stava succedendo... Essere investito da tutte queste emozioni contrastanti da circa un giorno cominciava ad innervosirlo, perché non riusciva a mettere un ordine in tutto quello, e a dare le giuste priorità. Quali erano? Non riusciva a capirlo.
- Potevi morire.
Aveva l'espressione imbronciata da bambino contrariato, e non lo guardava in volto, mentre continuava a pulirgli il collo, risalendo anche sul viso, sul mento, sulle guance e sulle labbra.
- E mi... sei... mancato.
Deglutì appena, arrossendo leggermente, e fu grato del fatto che fosse buio e che Viktor probabilmente non se ne sarebbe accorto.
Stupido flusso di coscienza. Avrebbe dovuto imparare a mettere un filtro tra bocca e cervello.
 
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view post Posted on 6/1/2013, 23:18
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Lo guardò, serio e attento, lasciando che si posizionasse tra le sue gambe: non aveva esattamente le forze per anche solo pensare a qualcosa di malizioso in quel momento. Si limitò a godersi quelle piccole attenzioni con un'espressione un po' affaticata. Fu grato del fatto che il sapore orribile di quel sangue non sembrò durare molto. Sentiva molto di più il proprio sangue... cosa che doveva ammetterlo, lo spaventò non poco. Ma rimase calmo, gli occhi socchiusi.
- Ma... sono ancora vivo. - fece, alzando appena le spalle, cercando di rilassarle per evitare che la pressione nelle vene potesse fargli perdere altro sangue.
E dire che aveva sempre pensato che i morti non potessero avere emorragie.
Lo osservò, sorpreso. Aveva capito che non era come tutti gli altri: non era stupido, e probabilmente anche Duncan doveva aver capito che non gli era indifferente.
Ma non si aspettava davvero che gli dicesse cose del genere in modo così spontaneo e, doveva ammetterlo, adorabile.
Rimase in silenzio, osservandolo con attenzione, togliendo i gomiti dal gradino dietro di lui per appoggiarsi sulle proprie ginocchia, e quindi avvicinarsi con il viso a quello di Duncan.
- Dimmelo ancora. - chiese, con voce dolce. Non era per prenderlo in giro: non se lo sarebbe nemmeno sognato... in quel momento, era anche piuttosto serio.
Era mancato anche a lui. E forse avrebbe dovuto dirglielo. Forse avrebbe dovuto dirgli che aveva pensato a lui tutto il giorno. Notò solo in quel momento il rossore piuttosto evidente sulle sue guance, che accarezzò con una mano, in maniera piuttosto delicata, o forse... più debole.
 
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view post Posted on 6/1/2013, 23:33




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Duncan.
Sentì la sua faccia prendere praticamente fuoco quando si rese conto che Viktor si era accorto di quello che aveva detto, ed abbassò ulteriormente lo sguardo, cercando di non incrociare il suo. No, aveva sbagliato, non avrebbe dovuto dirglielo, non avrebbe dovuto mettersi così in vista. Eppure quella sua dannatissima mancanza di pensiero prima di agire gliel'aveva fatto dire, e non sapeva se era stato meglio così oppure no.
Quando lo sentì col viso vicino al suo alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi, e poteva sentire le proprie guance andare a fuoco, non tanto per la vicinanza - figurarsi, la sera prima avevano fatto sesso - ma per quello che aveva detto.
E nonostante questo ebbe voglia di dirglielo di nuovo, sussurrandolo piano.
- Mi... sei mancato. E non lo so perché, io non avrei voluto... non so neanche perché te lo sto dicendo, sta succedendo tutto così dannatamente di fretta, e non so neanche perché sto qui a blaterare...
Si bloccò, e chiuse gli occhi, facendo un profondo sospiro per cercare almeno di stare zitto. Stava facendo un guaio dietro l'altro, e per qualche strano motivo avrebbe voluto davvero che quel vampiro gli avesse azzannato il collo, piuttosto che stare lì davanti a lui a fare una figura di merda, con la sua boccaccia troppo larga.
 
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view post Posted on 7/1/2013, 00:02
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Sorrise, intenerito dall'atteggiamento imbarazzato di Duncan. Ma era felice, si sentiva... davvero, davvero felice. E forse non c'era motivo di essere così spaventati, perché era un uomo diverso da diverso da quando aveva conosciuto Laura, e forse... forse era in grado di proteggere qualcuno come Duncan.
E in quel momento, con le guance rosse e lo sguardo basso, forse per paura di venire giudicato o, molto più probabilmente, per paura di potersi affezionare. E Viktor lo sapeva, lo sapeva che aveva sofferto e che la sua paura più grande era quella, quella di perdere qualcun'altro di nuovo. E poi l'affezionarsi a un vampiro era pericoloso; Viktor era pericoloso e lo sapeva, ma... lo era solo quando serviva e quando voleva. E... per qualche strano motivo, Duncan era l'unica persona che gli faceva pensare che ogni tanto, lasciarsi andare non era tanto male.
Si mosse piano, per il dolore al collo e lo guardò con occhi stanchi, ma con un sorriso diverso.
- Anche tu. - cercò la sua mano, con la sua, e si sentì stupido, perché un uomo grande e grosso come lui, si stava comportando come un poveretto.
- Anche tu mi sei mancato, Duncan. - confessò con una voce profonda, stanca, e un po' ansante. Si sentiva bene, nonostante la ferita. Non fisicamente, in un modo diverso.
Appoggiò la fronte sulla spalla del soldato, respirando con forza, ma un sorriso sulle labbra.
- Anche tu... - sussurrò un'ultima volta, alzando il capo per baciarlo. Non gli chiese il permesso, come al solito, il sapore del suo sangue in bocca. Probabilmente era una cosa stupida e... decisamente poco romantica essere baciati da un vampiro mezzo-morente che ne aveva appena azzannato un altro, ma... se lo sentiva.
 
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asphyxiated;
view post Posted on 7/1/2013, 00:32




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Duncan.
Non sapeva se per lui in quel momento era meglio sprofondare o rimanere lì per sempre - d'altronde avrebbe potuto permetterselo. Però quando Viktor gli prese la mano l'unica cosa che passò per la sua testa era che ce l'aveva fatta, che era riuscito a non fare una figura di merda, e chissà per quale miracolo Viktor non l'aveva mandato a quel paese e lasciato lì in ginocchio sull'asfalto freddo.
Sospirò, chiudendo gli occhi quando Viktor gli poggiò la testa sulla spalla, e gli sorrise quando lo guardò negli occhi, per poi richiuderli nel momento in cui sentì le sue labbra sulle proprie, mettendosi dritto sulla schiena per poter ricambiare il bacio, poggiandogli anche una mano sulla guancia - stando attento a non usare la mano sporca con la quale lo aveva pulito.
Quando si staccarono gli sorrise ancora, guardandolo negli occhi.
- Come ti senti?
Si era appena reso conto che effettivamente era lì su un gradino con il collo squarciato a mertà, e che forse era meglio chiedergli come stesse e cosa gli andasse fare.
- Ti sto tenendo su questo gradino come se tu non fossi mai stato meglio.
Accennò una risata, pulendogli appena il contorno delle labbra che ancora erano sporche di sangue, mentre aspettava una sua risposta.
 
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view post Posted on 7/1/2013, 00:54
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vikkk
Viktor Miroslav
Non avrebbe avuto senso, andarsene. Aveva girato tutta la città per trovarlo e si era fatto azzannare al collo da un vampiro pur di salvarlo e, beh... andarsene ora sarebbe stato davvero, davvero, davvero stupido.
- Mai stato meglio. - mentì con un sorriso. Essere vampiri, purtroppo non implicava una maggiore sopportazione del dolore, o il non sentirlo. Lo sentiva esattamente come lo aveva sentito da umano, il solo problema era che qui... beh, non poteva morire, e comunque si rigenerava in fretta. Ma per ora, non accennava a farlo... e, per quella ferita poteva volerci un po'.
- Ma non mi dispiacerebbe tornare a casa. - ammise appoggiandosi una mano sulla ferita, ancora sanguinante. Sospirò lentamente, sentendo la testa girare piuttosto vorticosamente, rivolgendo al ragazzo un semplice sorrisetto.
Non gli andava di disturbare Duncan e Nana, ritornando a casa sua... e poi, aveva un appartamento anche lui. Si alzò dal gradino, nascondendo l'andatura barcollante per evitare di sentire Duncan preoccuparsi.
- Vieni. - fece con voce bassa, prendendogli la mano. Casa sua non era molto lontana: non era esattamente in centro, come non era esattamente in periferia: sperava solamente di riuscire a camminare fino a lì senza fare la figura del povero deboluccio.

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Ci spostiamo ancora o continuiamo qui?
 
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asphyxiated;
view post Posted on 7/1/2013, 01:12




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Duncan.
Aveva i suoi dubbi che Viktor stesse bene, a dire la verità. Aveva praticamente metà collo strappato via, e stava sanguinando, nonostante fosse riuscito a pulirlo. E per questo non si stupì quando gli disse che avrebbe preferito tornare a casa. Si alzò e si sistemò la giacca, prendendolo per mano e seguendolo lungo la strada. Non sapeva neanche lui com'era successo, o cosa era successo, o perché stava succedendo. Sapeva solo che non riusciva a fermarlo, ed a quel punto non ci sarebbe neanche più stato il bisogno di farlo. Avevano oltrepassato il punto fino al quale avrebbero ancora potuto rimanere distaccati, ma si stupì nel pensare che la cosa non gli dispiaceva per niente.
E poi... e poi l'idea che gli avesse salvato la vita lo rendeva euforico. Solo Arthur aveva tentato di salvargli la vita - togliendo il fatto che in quell'occasione sarebbe stato inutile, visto che non sarebbe morto comunque -, e nessun altro si era più preoccupato di farlo, dopo la sua morte. Se l'era sempre dovuta vedere da solo, e nonostante la cosa non gli fosse piaciuta era stato l'unico modo in cui aveva dovuto tirare avanti.
- Se ti senti male ti porto in braccio.
Rise divertito, tenendogli stretta la mano e standogli più vicino del dovuto, giusto in caso ci fosse stato bisogno di prenderlo se fosse caduto.

Direi che visto che la casa di Viktor è qui vicino, possiamo continuare qui!
 
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view post Posted on 7/1/2013, 15:16
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Viktor Miroslav
Le persone che camminavano per strada, quelle poche, li fissavano straniti: più per il fatto che fossero due uomini e si tenevano per mano più che per la ferita, visto che Viktor stava tentando di tenerla coperta per evitare ulteriori sanguinamenti e/o panico nelle persone.
Insomma, non era da tutti vedere camminare un uomo con metà pelle strappata via dal collo che si comportava come se non fosse successo nulla.
- Non credo ci riusciresti. - rise appena, socchiudendo gli occhi, ma mantenendo lo sguardo sulla strada. Non metteva in dubbio la forza di Duncan, ma... beh, Viktor non era esattamente un uomo gracile.
Rimase in silenzio, sentendosi fin troppo spossato e non voleva dire sciocchezze... o almeno, voleva dirne il meno possibile. E poi, casa sua era piuttosto vicina.
In meno di quindici minuti arrivarono davanti al suo appartamento, e Viktor frugò nella tasca del cappotto nero trovando le chiavi e infilandole nella toppa del piccolo condominio. In realtà, negli appartamenti soprastanti al suo non ci stava nessuno, se non una vecchietta che non sembrava uscire mai di casa. Perciò era sempre molto tranquillo.
Guidò Duncan sulle scale, salendole piano, cercando davvero di non far trapelare nessun senso di affaticamento anche se dai suoi movimenti si poteva intuire. D'altronde, oltre alla ferita e al fatto che fosse piuttosto debole in quel momento, aveva appena combattuto con un vampiro. E, beh, un po' di fatica l'aveva fatta.
Aprì anche la porta del suo appartamento, lentamente, appoggiandosi appena ad essa per aspettare che Duncan entrasse. Non era granché grande: di dimensioni, sarà stato poco più piccolo di quello del ragazzo... e poi, nel suo non viveva nessun'altro se non lui.
- Siediti pure sul divano vado... a prendere qualcosa. - borbottò indicando il divano, posizionato davanti alla televisione, abbastanza più lontano.
L'appartamento era in perfetto ordine. Come al solito.
Entrò in bagno, appoggiandosi stanco al lavandino, tanto che avrebbe voluto battere la testa sul pavimento e svenire lì. Cercò un cerotto in maniera confusa: se avesse continuato a sanguinare non poteva assicurare che non avrebbe perso i sensi...
Non appena lo trovò, ritornò in salotto, lasciandosi cadere a peso morto sul divano.
- Puoi... metterlo? - chiese a Duncan. In realtà, lo faceva perché voleva che fosse così... e poi, era sicuro che l'avrebbe messo mille volte meglio di lui.
 
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asphyxiated;
view post Posted on 7/1/2013, 19:17




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Duncan.
Era stato comunque all'erta per tutto il tempo in cui avevano camminato, perché s'era reso conto del fatto che Viktor non stesse poi tanto bene. Gli aveva stretto la mano ed aveva tentato di sorreggerlo anche senza che lui se ne accorgesse. Si era seduto sul divano di casa sua leggermente imbronciato. Si sentiva ancora in colpa, e allo stesso tempo non riusciva a capire come Viktor avesse potuto accorgersi della situazione nonostante non fosse nei paraggi in quel momento.
Quando tornò con un cerotto Duncan lo guardò con un sopracciglio alzato, con un'espressione da "ma sei serio?", ed accennò una risata.
- E tu vorresti mettere un cerotto su quel collo? Ci vuole molto di più.
Senza neanche chiedergli il permesso - sapeva che si sarebbe ribellato - andò in bagno e cercò disinfettanti e bende. Nonostante i vampiri fossero ben più resistenti degli umani, doveva in ogni caso tentare che la ferita non si infettasse, perché in quel caso sarebbe stato un gran casino. Tornò in salotto e salì sul divano accanto a lui, mettendosi in ginocchio e mettendo un po' di disinfettante sull'ovatta.
- Non piangi se brucia, vero?
Accennò una risata e cominciò a disinfettargli la ferita, tentando di essere più delicato possibile e di non farla bruciare troppo. Quando ebbe finito prese bende e garza adesiva, applicando un quadrato di benda sopra la ferita e fermandolo con la garza adesiva. Si morse il labbro inferiore, ad opera finita,e gli accarezzò piano il collo, come se potesse servire a non fargli sentire dolore.
 
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view post Posted on 7/1/2013, 19:48
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Viktor Miroslav
Sospirò quasi esasperato, roteando gli occhi: non voleva metterci molto di più... una cosa per coprirlo sarebbe andato benissimo. Tanto, si sarebbe rimarginato, no? E per lui contava solo fermare l'emorragia con qualcosa ed evitare che la gente per strada si impressionasse, o i suoi studenti o... chiunque, insomma.
Ma sapeva che anche se avesse detto qualcosa a Duncan non lo avrebbe minimamente ascoltato, e non aveva nemmeno voglia di alzare un braccio per fermarlo.
Accennò ad un sorrisetto stanco, sospirando appena: odiava queste cose. Medicina era uno dei pochi campi che Viktor non aveva mai intrapreso nello studio perché... provava una forte repulsione. Non che gli facesse schifo: aveva visto cose orribili e piuttosto grottesche nella sua vita ma... l'idea di avere nelle mani la possibilità di salvezza e di morte di una persona lo metteva in ansia.
Ringhiò appena: il bruciore... Dio! Poteva sopportare di avere un braccio staccato a morsi, ma era fin troppo sensibile alla sensazione del bruciore. Ma le mani di Duncan erano leggere e lo sentiva, sentiva che cercava in tutti i modi di attutire quella spiacevole sensazione.
Sospirò quasi sollevato, lasciando che lo accarezzasse con un sorrisetto. Avvolse la sua vita con un braccio, portandolo vicino a sé, attaccato al suo fianco.
- Che farei senza di te? - chiese sorridendogli. Non era ironico... stava scherzando, ma quello che aveva detto... lo intendeva davvero.
 
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asphyxiated;
view post Posted on 7/1/2013, 20:19




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Duncan.
Si era accorto che il bruciore gli dava fastidio, ed avrebbe davvero vo,uto evitarglielo, ma su quello non poteva farci niente. Quando si sentì stringere sorrise e si appoggiò al suo fianco, con una mano sulla sua spalla, ed alzò una gamba per metterla tra le sue, rimanendo con l'altra piegata sotto al corpo, esattamente come la sera prima. Ma quella volta non c'era niente di malizioso... gli faceva piacere sentirlo vicino, e soprattutto vivo.
- Oh, come hai fatto finora senza di me, direi.
Rise appena, spostando di nuovo la mano per accarezzargli la benda con il tentativo di dargli un po' di sollievo, mentre poggiava la guancia sulla sua spalla, fissandolo dal basso.
Avrebbe voluto dirgli tante cose, parecchie: avrebbe voluto dire di non farlo, di non dire frasi del genere, che senza di lui ci si poteva stare benissimo, anzi forse anche meglio; che era sbagliato che se lo fosse portato a casa, che gli avesse chiesto di prendersi cura di lui, che lo stesse stringendo così in quel modo, oppure anche solo che gli avesse salvato la vita. Avrebbe dovuto cavarsela da solo.
Ma non gli disse niente, si limitò a fissarlo in viso mentre gli accarezzava il collo, e gli fece l'unica domanda che non avrebbe aperto un'altra lagna come quella della sera prima.
- Come hai fatto a trovarmi?
 
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